LA STORIA DI FEBE:
La Storia di Febe: l'orrore degli allevamenti di pollo in Germania. Il video a seguito di un'investigazione di Animal Equality (il video è una continuazione del primo video qui su).
Lo sai cos’è un broiler? Quasi nessuno lo sa, ma quasi tutti lo mangiano.
Però avrai sicuramente sentito parlare di “pollo da carne”, come lo definisce l’industria.
Ebbene, con ‘broiler’ si indicano tutti quei polli selezionate geneticamente dall’uomo per poterne consumare la carne.
Questa tipologia di pollo è così comune che il 98% dei polli allevati in Italia sono broiler.
Tra i broiler, la stragrande maggioranza sono polli detti a ‘rapido accrescimento’, il risultato di un’esasperata selezione genetica a cui un agronomo statunitense ha dato inizio mezzo secolo fa.
Questo perché mentre la richiesta di carne di pollo negli anni 30’ e 40’ aumentava vertiginosamente, il pollo, invece, continuava a crescere con le sue tempistiche, evidentemente troppo lunghe per le esigenze del mercato.
L’industria è sempre stata molto abile nell’indurre dei precisi desideri tramite le sue pubblicità… ed è così che le tavole dei consumatori hanno cominciato a chiamare pollo, sempre più pollo, e ovviamente a un prezzo sempre più basso.
Di conseguenza, le aziende e gli allevatori avevano bisogno di ottimizzare al massimo la resa dei propri animali.
Come fare, allora? Allevare sempre più polli, in spazi sempre più stretti?
Certo, ma non bastava.
Serviva un pollo che crescesse in fretta, preferibilmente con un petto più grande (considerato che era ed è la parte più richiesta), e che rimanesse il meno possibile in allevamento. Serviva una soluzione, e qualcuno l’ha trovata.
“Il mercato ha bisogno di un pollo dal petto enorme che cresca velocemente? E noi glielo diamo!”
Così, anno dopo anno, selezione dopo selezione, si è arrivati ai polli broiler “a rapido accrescimento”, che in 30-40 giorni dispongono già di un petto e delle cosce gonfie, e a un prezzo ridotto.
In 50 anni il tasso di crescita giornaliero di questo tipo di pollo è aumentato del 400%, ma questo non è l’unico dato spaventoso.
Pensa che:
- il 90% dei polli allevati nel mondo sono broiler
- la stragrande maggioranza dei polli broiler sono a ‘rapido accrescimento’
- in tutto sono oltre 40 miliardi
- 7 miliardi sono in Europa
- mezzo miliardo sono in Italia
Come vedi, quando diciamo che i polli broiler a rapido accrescimento sono gli animali che soffrono di più e in maggiore quantità, non lo diciamo per caso.
Già questo è agghiacciante, vero? Eppure è solo l’inizio di una serie di testimonianze che condivideremo con te nei prossimi giorni e che, sono sicura, le aziende produttrici di carne di pollo non vorrebbero che tu conoscessi…
Perché il corpo di un pollo che cresce così velocemente e a dismisura è una vera e propria prigione fisiologica… ma di questo te ne parleremo meglio più avanti.
Il broiler a rapido accrescimento è un pollo nato “su misura” delle esigenze dell’essere umano, che, mettendo mano alla selezione genetica, non ha affatto tenuto in conto quanto questo animale potesse soffrire e quanto la sua vita sarebbe stata intrinsecamente crudele.
Nessuno parla mai dei polli, perché sono considerati animali di serie b, che non ‘ispirano’ tanta empatia come può farlo un maiale o un vitellino.
Ma in realtà i polli sono intelligenti, sensibili e socievoli tanto quanto animali ben più apprezzati.
All’industria, però, fa comodo che i consumatori pensino tutto il contrario. Di cose da raccontare, che tiene accuratamente nascoste, ce ne sono tante, troppe…
Abbiamo così tanti dettagli da condividere con te che non poteva bastare una sola email, per questo abbiamo deciso di inviartene 7, come 7 sono all’incirca le settimane di vita - una vita infernale - del pollo broiler a rapido accrescimento, contro i 5-10 anni che un pollo non broiler vivrebbe naturalmente.
In questi giorni cercheremo di smontare le false credenze intorno ai polli, di capire quali sono le leggi che dovrebbero proteggerli e come usarle per fare più giustizia. Parleremo inoltre di tutto il lavoro che stiamo facendo per ridurre le loro sofferenze.
Non solo…
Ti racconteremo la storia di uno di questi pulcini qualsiasi, uno tra i tanti senza nome: non solo dal nostro punto di vista, ma anche dal suo.
Vedremo le sue fasi di crescita di settimana in settimana, partendo dal tormento dell’incubatoio.
A volte, è necessario vedere, per credere. Ma soprattutto per ricordare quale scelta fare, quando ci si siede a tavola.
Domani ti scriverà Greta per parlarti di quella che all’apparenza… può sembrare una magia. Ma che nella realtà sono solo false credenze, alimentate in anni e anni di pubblicità ingannevole.
Chissà, magari anche tu hai creduto almeno una volta a ciò che ti è stato detto sulla carne di pollo: che la carne bianca fa bene alla salute, che è magra, che è adatta agli sportivi, che è preferibile alla carne rossa e via dicendo…
Con stima,
Alice
Sembra una magia…(invece purtroppo è la triste realtà!!!)
Ciao sono Greta, Coordinatrice dei Social Media per Animal Equality Italia.
Devi sapere che nel 1925 un pollo arrivava a pesare 1,2 kg in 112 giorni.
Oggi la maggioranza dei polli allevati per la loro carne arrivano a quasi 3 kg di peso in soli 45-48 giorni di vita.
Vista da questa prospettiva sembra una magia, vero?
Ma vorrei che ti soffermassi su cosa significa per questo animale crescere così rapidamente.
Comporta, prima di tutto, prendere molto peso in poco tempo.
La struttura ossea e muscolare dei polli broiler selezionati per crescere velocemente e a dismisura non è in grado di reggere tutto questo peso, perché di fatto sono ancora dei pulcini: gli arti non lo reggono e così si deformano.
Nemmeno gli organi interni riescono a sopportare questa crescita esagerata, e i polli finiscono per soffrire anche di problemi cardiocircolatori.
Non solo, la loro condizione li porta, in alcuni casi, alla morte precoce: i polli cadono a terra e, incapaci di rialzarsi, muoiono di fame e di sete a pochi centimetri dalle mangiatoie e dagli abbeveratoi, posizionate appositamente troppo in alto affinché i più deboli vengano eliminati naturalmente.
E vorrei che ti soffermassi anche sulle conseguenze che il rapido accrescimento comporta nella carne di questi polli - quella che viene venduta a decine di milioni di consumatori in tutto il mondo.
Abbiamo visto che il mercato ha ormai imposto un pollo dal petto gonfio e dal prezzo contenuto.
Possiamo dire che questo pollo è quasi un miracolo se lo si considera dal punto di vista del prezzo, ma vogliamo parlare della qualità, quella tanto ricercata dai consumatori?
Perché ora voglio dimostrarti che questo pollo non solo non è lui stesso in salute, ma non fa bene nemmeno alla salute di chi lo mangia.
La carne di questi animali viene ritenuta fra le più sane in commercio e questo fa in modo che la domanda di carne di pollo sia costantemente in crescita.
Studi scientifici condotti in questi anni hanno rilevato la presenza di batteri inclini a sviluppare resistenza agli antibiotici nel 63% dei campioni di carne di pollo acquistata in Italia.
Questo fenomeno ha delle conseguenze davvero gravissime, e non solo per i polli: significa che più andremo avanti, più gli antibiotici perderanno efficacia contro le infezioni.
La situazione è così seria che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’antibiotico-resistenza è ormai diventata una delle più gravi minacce per la salute pubblica mondiale.
Ma non è finita, c’è anche un’altra beffa ai danni dei consumatori: la carne di pollo è tutt’altro che magra, il fatto che venga promossa e venduta come tale è solo un inganno della pubblicità.
Hai mai sentito parlare del fenomeno della “carne a spaghetti”?
Beh, i petti di pollo più economici vengono presentati nei supermercati in bella mostra, ma basta scartare le confezioni che li contengono e guardarli un po’ meglio per rendersi conto che spesso ci sono delle alterazioni della carne visibili anche a occhio nudo.
La carne è legnosa e la tipica separazione in fasci in fibre è detta “carne a spaghetti”. Il petto, poi, presenta delle striature bianche… quello è grasso, niente di più, niente di meno.
Questo succede perché i polli a rapido accrescimento soffrono spesso di miopatie, cioè malattie del sistema muscolare, come conseguenza della crescita rapida.
Ciò provoca una crescita sbilanciata del tessuto connettivo che impedisce l’afflusso necessario di sangue - e quindi di ossigeno - al muscolo.
Così la carne ha meno proteine, più collagene e più lipidi… ed è quindi più grassa.
La vera magia, qui, l’ha fatta il marketing.
Le aziende vogliono farci credere che la carne di pollo sia 100% naturale (un concetto che, in realtà, non significa nulla), sana e genuina, derivante da polli che razzolano felici.
In realtà questi polli possono anche vivere tutta la loro vita - ovvero: da 42 fino a 48 giorni - ammassati in capannoni, con una piccola porticina che dà su un lembo di terra (di un metro per uno) ed essere comunque considerati polli biologici allevati all’aperto.
E sono ancora dei pulcini quando vengono macellati, anche se il loro corpo ha le sembianze di quello di un pollo adulto.
Non è esattamente ciò che la pubblicità cerca di venderci, vero?
Beh, sembra anche a noi.
Per fortuna, possiamo scegliere da che parte stare. Ed esistono, per esempio, anche delle alternative al pollo 100% vegetali, che permettono di tenere la sofferenza di questi animali fuori dal piatto.
Intanto in una sola settimana di vita un pulcino broiler a rapido accrescimento è passato da 60 grammi a 320. Vuoi sapere cosa si prova a crescere così mostruosamente in una sola settimana?
Domani ti scriverà Chiara, Responsabile Programmi e Comunicazione di Animal Equality.
Ti spiegherà perché il pollo broiler a rapido accrescimento è per sua natura non solo crudele, ma anche, di fatto, contro la legge relativa alla protezione degli animali negli allevamenti.
A presto,
Greta
Intrinsecamente FUORILEGGE
Ciao sono Chiara, Responsabile Programmi e Comunicazione di Animal Equality.
In questi giorni ti abbiamo raccontato fatti sconvolgenti sui polli broiler, perciò forse ti stai ponendo la stessa domanda che ci siamo fatti anche noi, tempo fa, quando abbiamo iniziato a investigare gli allevamenti intensivi e ad approfondire le crudeltà subite da questi animali.
I polli broiler a rapido accrescimento soffrono su due fronti: da un lato la selezione genetica li ha resi deboli, inclini a malattie cardiache e afflitti da problemi scheletrici.
Dall’altro vivono la loro breve vita in luoghi bui, inospitali e sporchi, ammassati l’uno sull’altro.
Ma com’è possibile che la legge permetta che questi animali soffrano a tal punto?
Purtroppo, come sempre quando si tratta di questioni legali, la risposta è molto intricata.
Esiste una direttiva europea, la 2007/43/CE del Consiglio del 28 giugno 2007, che stabilisce le norme minime per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne.
Questa legge è entrata in vigore ufficialmente in Italia con il Decreto Legislativo n° 181 del 27 settembre 2010.
Tuttavia, studi della stessa Commissione europea hanno rilevato come l’implementazione di questa direttiva ha avuto un impatto quasi nullo sul settore dell’industria di pollo in Italia, sia per quanto riguarda la gestione degli allevamenti, sia per quanto riguarda il benessere dei polli all’interno degli stabilimenti.
Già da tempo l’EFSA (l’European Food Safety Authority) ha dato il suo parere scientifico sull’influenza della selezione genetica sul benessere dei polli allevati per la loro carne.
Gli esperti dell’EFSA affermano che la maggior parte dei problemi del loro benessere sia connessa al tasso di crescita rapidissimo dei polli - detti, appunto, a veloce accrescimento - risultanti dalla selezione genetica.
Ma individuano anche problemi che si originano nell’ambiente in cui vivono, ovvero gli allevamenti intensivi.
I polli, al di là dei loro problemi genetici (che sono già sufficientemente gravi), vivono in condizioni terrificanti.
Il mantra dell’industria della carne, ormai lo sai, è sempre lo stesso: produzione di massa.
Lo spazio fisico in cui sono costretti insieme a centinaia di migliaia di altri individui è un luogo sudicio, illuminato solo da lampade al neon, che non conosce aria fresca.
Sapevi, per esempio, che la densità media all’interno di un allevamento di polli è di 15-20 individui per metro quadro?
Questo vuol dire che lo spazio utile per ogni pollo è inferiore a quello di un iPad o di una scatola di scarpe.
Per farti capire meglio… penso tu possa immaginare cosa significa prendere la metro o un pullman negli orari di punta, giusto? O salire in cinque su un ascensore progettato per tre persone?
Bastano poche fermate, o un paio di piani nel caso dell’ascensore, e già si vuole uscire da quell’inferno. C’è bisogno di prendere aria.
Hai mai pensato a cosa possa voler dire passare l’intera esistenza in uno stato di sovraffollamento simile? E se in tutto questo fossi anche circondato dagli escrementi dei tuoi compagni di sventura?
Perché un altro problema è la lettiera: l’intera superficie su cui posano i polli, 24 ore su 24, è una lettiera che si sporca molto presto, impregnandosi delle deiezioni delle decine di migliaia di animali costretti a viverci sopra.
So che potrà sembrarti un’immagine repellente, ma purtroppo è proprio quello che succede.
Più la lettiera si sporca, più esala ammoniaca, sostanza che brucia la pelle delicata dei polli, motivo per cui spesso gli animali presentano ferite, piaghe e ustioni.
E questa è solo l’ennesima sofferenza con cui sono costretti a convivere durante la loro breve vita.
Nel frattempo le leggi esistenti continuano a essere totalmente inefficaci nell’assicurare protezione a questi animali, che soffrono ogni giorno della loro vita, da quando vengono al mondo.
Ed è la stessa sorte che tocca anche al pulcino che stiamo seguendo passo passo, nelle sue differenti fasi di crescita. In soli 7 giorni è passato da 320 a 800 grammi, Simona. A questa pagina continua il suo racconto.
Lunedì riceverai un’email da parte di Camilla, investigatrice sotto copertura di Animal Equality, che ti racconterà cosa ha visto con i propri occhi durante una delle tante investigazioni svolte all’interno degli allevamenti di polli.
A presto,
Chiara
Non è un posto per deboli
Ciao sono Camilla, investigatrice di Animal Equality.
Di solito si associa la parola ‘pulcino’ alla parola ‘nido’, vero?
Ma i pulcini nati in allevamento non sanno nemmeno che cos’è un nido e non lo scopriranno mai: la loro ‘casa’ sarà per sempre un capannone inospitale.
Varcare la porta di uno di questi allevamenti è come atterrare su un pianeta alieno: l’odore acido accoglie con uno schiaffo e in un attimo si viene catapultati in una marea di piume bianche.
Ci si trova immersi nel suono assordante di migliaia e migliaia di polli ammassati, così tanti che non si riesce a distinguerli l’uno dall’altro.
Durante le investigazioni mi è capitato spesso di avvicinarmi a loro: i più piccoli erano curiosi, cercavano istintivamente calore materno e restavano volentieri accovacciati nelle mie mani.
I loro compagni più cresciuti (sarebbe scorretto definirli ‘adulti’ perché hanno circa un mese di vita), invece, sembravano spaventati da me.
E guardandoli più da vicino, in diverse occasioni, è sempre stato chiaro che c’è qualcosa che non va: le loro zampe sono deformi, piegate in modo innaturale.
Cercavano di allontanarsi, fuggendo come potevano, ma il loro scheletro non è sufficientemente sviluppato per permettere loro di muoversi facilmente: le ossa non riescono a sostenere tutto quel peso acquisito in così poco tempo.
Tecnicamente sono ancora dei pulcini in fase di sviluppo, condannati a sopportare il peso di un corpo di un adulto.
Ma c’è dell’altro… devo rivelarti una pratica tra le più crudeli e meschine dell’industria della carne di pollo.
Quando ho iniziato a fare questo lavoro mi sono domandata come venissero nutriti questi animali. Se stai pensando alla classica immagine dell’allevatore che lancia il mangime agli uccelli, purtroppo, ti stai sbagliando di grosso.
Devi sapere che in questi allevamenti gli abbeveratoi e le mangiatoie sono completamente automatizzati.
Vengono costantemente innalzati e posti a un’altezza tale che risulta irraggiungibile per i polli più deboli: questo significa che chi non cresce a sufficienza è destinato a morire di fame e di sete.
Ed è così che molti di loro non sopravvivono abbastanza a lungo per essere macellati.
Nessuno di loro riceve cure veterinarie, e non è un caso: gli animali più deboli vengono eliminati ‘fisiologicamente’ da questo sistema crudele e pensa: le loro vite valgono talmente poco che la loro morte non rappresenta nemmeno una perdita economica per le aziende.
Non è finita qui: negli allevamenti è concesso ‘l’abbattimento di emergenza senza supervisione veterinaria’. Questo significa che gli operatori, negli allevamenti, possono fare il bello e il cattivo tempo con i polli più deboli.
Leggi tra le righe: vuol dire che vengono eliminati come scarti, senza pietà e senza alcuno stordimento che allevi il loro dolore.
Hai capito, ora, perché i polli che ho cercato di avvicinare avevano così paura della figura umana?
Forse ti starai chiedendo cosa succede invece ai polli a rapido accrescimento, quei pochissimi fortunati, che vivono fuori dagli allevamenti.
Quelli che un ‘nido’, alla fine, lo trovano.
Abbiamo confrontato le condizioni di polli che vivono e muoiono in allevamento e quelle di tre polli che hanno avuto la possibilità di vivere in un ambiente sano, ricevendo cure e affetto.
Ora non posso dirti di più, ma continua a leggere le email che ti invieremo perché solo così scoprirai com’è andata a finire.
Nel frattempo, però, posso raccontarti cosa è successo in un’altra settimana di vita del pulcino a rapido accrescimento che stiamo seguendo fase per fase: il suo peso è passato da 800 a 980 grammi.
Vuoi sapere quali sono le sue condizioni di salute a questo stadio?
Domani ti scriverà Giulia, responsabile Sensibilizzazione Aziendale per Animal Equality Italia.
Smonterà uno a uno tutti i luoghi comuni sbagliati sul pollo a partire da quello più diffuso, che li dipinge come animali poco intelligenti.
A presto,
Camilla
I polli sono animali incredibili
Ciao sono Giulia e mi occupo di Sensibilizzazione Aziendale per Animal Equality Italia.
Hai presente la credenza popolare secondo cui polli e galline sarebbero animali poco intelligenti?
Beh, forse non sai che numerosi studi scientifici svolti negli ultimi 15 anni hanno completamente smentito il pensiero comune sui polli.
Purtroppo, la loro unicità viene spesso ignorata da chi li sfrutta per la loro carne: negli allevamenti intensivi i polli sono privati della possibilità di esprimere i loro bisogni naturali e sono condannati a circa 45 giorni - a sole 7 settimane di vita, infatti, vengono inviati al macello - di pura sofferenza.
Le caratteristiche di questi incredibili animali vengono totalmente negate all’interno degli allevamenti intensivi:
✅ I polli sono esseri intelligenti, basti pensare che i pulcini appena dopo la schiusa possono già camminare, cercare cibo, comunicare e sono anche in grado di contare! Hanno anche una buona dose di autocontrollo, una capacità che nell’uomo, invece, si sviluppa solo dopo alcuni anni di vita. Inoltre i polli memorizzano gli eventi passati e li utilizzano per fare scelte critiche. In una parola: ricordano!
❌ La crescente domanda di carne di pollo e la conseguente necessità di spingere al massimo i ritmi di produzione hanno portato a un’intensa attività di selezione genetica tale che i polli broiler a rapido accrescimento - utilizzati per l’allevamento di polli ‘da carne’ - raggiungono un peso fino a 3 chili in sole 7 settimane. Sviluppano malformazioni dolorose e gravi malattie: ciò che cresce rapidamente infatti è il muscolo, ma la struttura portante di gambe, cuore e polmoni non riesce a tenere il passo con la rapida crescita del corpo - che finisce per cedere sotto lo sforzo di sostenere il peso eccessivo. Puoi immaginare un neonato nel corpo di un bodybuilder?
✅ I polli comunicano tra loro in modo complesso attraverso la postura e la vocalizzazione: emettono oltre 30 suoni diversi che corrispondono a informazioni specifiche. Inoltre i maschi si assicurano sempre che le femmine abbiano mangiato e le avvisano quando trovano del cibo particolarmente gustoso.
❌ Per l’industria della carne i polli sono degli oggetti. Quelli che non raggiungono il peso ideale per la macellazione vengono uccisi di fronte ai propri compagni in maniera brutale. Nessuno si preoccupa di curare i polli più deboli o quelli malati, che vengono lasciati a morire agonizzando perché considerati scarti di produzione.
✅ Come tutti gli animali, anche i polli hanno bisogno di esprimere diversi comportamenti naturali come beccare il terreno, foraggiare, fare bagni di sabbia e appollaiarsi di notte.
❌ Nei capannoni in cui vengono allevati, i polli hanno a disposizione uno spazio minimo vitale pari a un foglio A4. Pensa che in un singolo capannone vivono fino a 20 polli per metro quadrato che non vedranno mai la luce del sole.
In più questi luoghi solitamente non hanno alcun tipo di arricchimento dedicato agli animali, come posatoi, sabbia o trucioli di legno in cui poter fare i loro amati bagni di sabbia. Ne consegue che gli animali, impossibilitati a foraggiare o fare bagni di sabbia, accumulano stress e finiscono per beccarsi le piume facendosi del male.
✅ Come tutti gli esseri senzienti, anche i polli amano instaurare relazioni con i propri simili. I polli sono animali molto socievoli, in grado di ricordare i volti dei loro simili (fino a cento!) e sono amanti della compagnia. Organizzano attività di gruppo per la ricerca del cibo o per la difesa dai predatori. Sono molto sensibili ed empatici, riescono a percepire lo stato emozionale degli individui intorno a loro e ne subiscono profondamente l’influenza, infatti osservando il comportamento dei compagni, li imitano per ottenere ricompense o per evitare situazioni negative.
❌ Numerosi studi hanno collegato i problemi di deambulazione alla densità di allevamento: il poco spazio a disposizione e la qualità della lettiera influiscono chiaramente sulla salute dei polli.
Malattie della pelle, vesciche e bolle sono causate da bruciature da ammoniaca dovute al prolungato contatto con la lettiera intrisa di deiezioni, oltre che a fattori di dieta e clima all’interno dei capannoni. Spesso queste bruciature peggiorano fino a diventare dolorose ulcere.
Come hai visto, l’esistenza di un pollo allevato per la sua carne è un inferno. La loro vita è una tortura continua, scandita da eventi traumatici, da quando escono, fragili e delicati, dall’incubatoio, fino a quando vengono macellati brutalmente.
Pensa che, nel mondo, ogni anno i polli uccisi per il consumo di carne sono oltre 60 miliardi: 10 volte tanto la popolazione umana!
È un numero spaventoso che dovrebbe far riflettere sulla portata di questa ingiustizia, la più grande - in termine di individui coinvolti - che gli esseri umani compiono nei confronti degli animali terrestri.
Per fortuna c’è qualcuno che di questa ingiustizia si occupa, e la combatte con ogni arma, notte e giorno.
Animal Equality si impegna da anni per cambiare le condizioni di vita dei polli a rapido accrescimento, lavorando con le aziende del settore alimentare affinché adottino politiche che riducano la sofferenza di questi animali.
Come potrai immaginare, si tratta di un’impresa complessa: spesso le aziende non sono ricettive ed è davvero difficile spiegare di cosa si occupa il dipartimento di Sensibilizzazione Aziendale di Animal Equality.
Domani ti racconterò cosa chiediamo alle aziende nello specifico quando bussiamo alle loro porte e ti darò una panoramica del nostro lavoro svolto con loro per quanto riguarda i polli allevati per la loro carne.
E tra queste centinaia di migliaia di polli c’è anche il pulcino a rapido accrescimento di cui stiamo seguendo le fasi di vita: arrivato alla sua quinta settimana è passato da 900 grammi a 1,610 chili. Le azioni basilari per sopravvivere - bere, mangiare, muoversi - diventano sempre più difficili, vuoi sapere perché?
A presto,
Giulia
Parliamo con le aziende
Siamo arrivati quasi alla fine di questo ‘viaggio’ nella difficile condizione di un pollo allevato per la sua carne: il pulcino ha quasi concluso il ciclo della sua breve vita, da 1,610 è passato a 1,890 chili.
Ma non è finita qui, abbiamo in serbo un’ultima cosa per te: domani lanceremo un’inchiesta unica nel suo genere, molto diversa da ciò che pubblichiamo di solito, anzi, diversa da qualunque indagine svolta in Italia, Simona.
Vedi di non perdertela!
A presto,
Giulia