Il nuovo rapporto firmato dalla Lav, la Lega Anti Vivisezione, analizza il tasso di infezioni virali trasmesse all’uomo dagli animali e il grado di pericolosità delle zoonosi causate dallo sfruttamento delle foreste e dagli allevamenti intensivi. Due fattori che rappresentano una vera bomba a orologeria, sottolinea il rapporto: se non si prenderanno provvedimenti, l’umanità rischia di andare incontro a nuove pandemie.
Rapporto Lav: allevamenti intensivi bomba a orologeria, le prossime pandemie proverranno dal sistema zootecnico
Si stima che circa il 60% delle infezioni umane abbia origine animale. Le zoonosi, ovvero il passaggio di virus propri di specie animali all’uomo, avvengono indirettamente attraverso il sistema alimentare e ci sono evidenze che suggeriscono come la frequenza dei microrganismi patogeni che ‘saltano’ da altri animali alle persone stia aumentando, a causa di attività umane insostenibili.
“Da un recentissimo documento, dal titolo “Un’industria contagiosa – Allevamenti intensivi in un mondo post-COVID” – redatto da FAIRR, il network di investitori e istituzioni che collaborano per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche connesse agli allevamenti intensivi – emerge l’allarme: le prossime pandemie proverranno dal sistema zootecnico“.
Problematiche “che rendono evidenti anche i rischi per gli investitori: a questo proposito il rapporto FAIRR ha stilato una classifica dei rischi pandemici sui fattori di rischio più rilevanti per il comparto zootecnico, legati alla deforestazione e alla perdita di biodiversità, agli antibiotici, ai rifiuti e all’inquinamento, alle condizioni di lavoro, alla sicurezza alimentare e al benessere animale”.
“La situazione presentata nel dossier – conclude il rapporto della LAV – trasmette già un’idea di come l’industria zootecnica mondiale sia da considerare superata, in considerazione dei danni ambientali che causa, per i suoi rischi e per le sofferenze che provoca”.