lunedì 14 dicembre 2020

I grandi manifesti vegan ad Arezzo per portare l’attenzione sulla sorte dei pulcini.


#uovanonsaicosamangi

In questi giorni è possibile vedere ad Arezzo, in via Dei Carabinieri, il manifesto del

la nuova campagna di Progetto Vivere Vegan dedicata ai pulcini uccisi nel processo di produzione delle uova.

Sul manifesto si legge: “Le uova uccidono i pulcini – nella produzione delle uova milioni di pulcini maschi sono uccisi appena nati”

Ancora troppe persone non sanno cosa si nasconde dietro al commercio delle uova: pulcini maschi tritati vivi e galline ovaiole sfruttate, maltrattate e poi uccise quando non rendono più abbastanza per l’azienda.

Grazie ad Arezzo per gli Animali per il prezioso supporto, grazie a Ilaria per l’aiuto sul posto e a Sara per lo scatto.

Per saperne di più

La questione delle uova è probabilmente quella che genera la più classica domanda che, chi si occupa di attivismo vegan, si sente rivolgere. Molte persone, e può erssere comprensibile, non riescono infatti a collegare le uova alla sofferenza e chiedono: “ma perché anche le uova?”

Ciò accade perché si tende a vedere le uova come il regalo disinteressato di galline che scorrazzano felici nel bel mezzo del pollaio. Purtroppo non è così.

Per comprenderlo occorre voler fare un piccolo sforzo per comprendere come stanno le cose. Se ci pensiamo, appare subito chiaro che, per produrre uova, il numero di maschi necessario è estremamente ridotto. D’altra parte, come dice il proverbio: basta un gallo per pollaio.

Qualcuno, a volte, si chiede perché i maschi non siano allora destinati a diventare carne.

La risposta è che si tratta di animali non pensati geneticamente per essere produttivi da quel punto di vista. L’industria delle uova ha infatti selezionato negli anni le razze di “galline ovaiole” più proficue per la produzione di uova, non per la carne.
Mentre in natura le galline covano le uova fino alla schiusa, negli allevamenti i pulcini nascono nelle incubatrici. I pulcini maschi (che sono circa il 50%), che non possono fare uova e non sono adatti a diventare carne per consumo umano, vengono scartati e uccisi, con il gas o macinati vivi, per finire nelle discariche o diventare mangime.
Le galline in allevamento intensivo possono arrivare a deporre circa 300 uova all’anno. In natura una gallina selvatica ne deporrebbe circa 36. Questi animali, così selezionati, sono quindi molto diversi dai polli “Broiler” che hanno invece caratteristiche specifiche “a rapido accrescimento” e che appunto sono “ideali” per l’industria della carne. Naturalmente anche le galline ovaiole, dopo un po’ vengono uccise (generalmente intorno ai due anni), ma la loro destinazione è diventare carne di seconda scelta e quindi, al massimo, servono agli allevatori per arrotondare gli introiti. Il guadagano in questo caso infatti è tendenzialmente basso.

C’è chi propone di comprare le uova dal contadino

Le uova in vendita nei supermercati e quelle che troviamo in innumerevoli prodotti alimentari, nei ristoranti e negli gli hotel… insomma quasi tutte le uova sul mercato provengono da allevamenti più o meno intensivi. In ogni caso, anche in campagna le ovaiole che non producono più abbastanza vengono normalmente uccise.

Un po’ di numeri

Ogni anno, in Italia, sono 40 milioni i pulcini maschi che vengono uccisi per la produzione di uova. Nel mondo si stima che siano 5 miliardi all’anno triturati vivi per diventare mangime.

Ecco il motivo di questa campagna.

Progetto Vivere Vegan

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