giovedì 10 dicembre 2020

Carne cellulare, ovvero la carne sempre animale ma coltivata in laboratorio Senza uccidere..

 [10/12, 16:37]: Cosa possiamo fare per promuovere e rendere presto disponibili nei supermercati per il grande pubblico la carne animale però prodotta in laboratorio?

[10/12, 16:38]: Quali mezzi abbiamo per fare pressing politico e aziendale per sostituire il modo di fare carne?


Riportiamo lo stralcio di un messaggio ricevuto, omettendo per correttezza il mittente. Precisiamo che il messaggio è uno stralcio di un testamento olografo:

"(...) vorrei contribuire allo sviluppo e alla pressione politica e aziendale in tema di carne cellulare, preferirei quella vegetale direttamente ma credo sia più facile fare accettare dal grande pubblico semplicemente un metodo diverso per ottenere sempre la loro carne, tra l'altro più pulita e senza farmaci, e soprattutto senza più allevare o uccidere miliardi di animali che non ci hanno fatto nulla..."

RIPORTIAMO ORA UNO STRALCIO DELLA PRESENTAZIONE DELLA CARNE CELLULARE, O CARNE PRODOTTA DALLE CELLULE DEGLI ANIMALI IN LABORATORIO:

https://it.wikipedia.org/wiki/Carne_coltivata


a Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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(EN)

«We shall escape the absurdity of growing a whole chicken in order to eat the breast or wing, by growing these parts separately under a suitable medium.»

(IT)

«Sfuggiremo all'assurdità di far crescere un pollo intero, solo per mangiarne il petto o l'ala, facendo crescere queste parti separatamente in un ambiente adatto.»

(Winston ChurchillFifty Years Hence, The Strand Magazine (dicembre 1931))
Hamburger artificiale creato in vitreo dall'Università di Maastricht e presenta in una conferenza nel 2013


La carne coltivata o carne pulita (o anche carne sinteticaartificiale o in vitro) è un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo. Nel XXI secolo, diversi progetti di ricerca sono riusciti nella produzione di carne in vitro nei laboratori. Il primo hamburger in vitro, creato da una squadra olandese, è stato mangiato ad una dimostrazione per la stampa a Londra ad agosto 2013. Rimangono diverse difficoltà da superare prima che la carne in vitro diventi disponibile in commercio. La carne coltivata è estremamente costosa, anche se ci si aspetta che il costo possa essere ridotto per competere con quello della carne ottenuta convenzionalmente grazie al miglioramento delle tecnologie. Alcune persone sostengono che sia necessario un sostanziale cambiamento nell''industria della carne: rispetto alla carne ottenuta tradizionalmente, la carne coltivata è preferibile sia da un punto di vista etico, dal momento che non richiede uccisioni e riduce i rischi di crudeltà sugli animali, ma soprattutto su quello economico, dato che riduce drasticamente l'impatto sia monetario che ambientale dell'industria della carne....

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La possibilità teorica di far crescere carne in uno stabilimento industriale ha catturato da molto tempo l'immaginazione del pubblico. La coltivazione in vitro delle fibre muscolari è stata effettuata la prima volta nel 1971 da Russell Ross. In particolare, il risultato era un tessuto muscolare liscio derivato dal maiale, e fatto crescere in coltura cellulare. La coltivazione in-vitro è possibile fin dagli anni novanta utilizzando le cellule staminali degli animali, includendo piccole quantità di tessuto che potrebbero essere in teoria cucinate e mangiate. La NASA ha condotto esperimenti fin dal 2001, producendo carne coltivata da cellule di tacchino. Il primo esempio commestibile è stato prodotto dallo NSR/Tuoro Applied BioScience Research Consortium nel 2002: cellule di pesce rosso fatte crescere fino a formare filetti di pesce.

Nel 1998 Jon F. Vein ha richiesto e ottenuto un brevetto negli Stati Uniti (US 6,835,390 B1) per la produzione di tessuti di carne artificiale per il consumo umano, dove cellule di muscoli e di grasso sarebbero state fatte crescere in un sistema di produzione integrato per creare prodotti alimentari come bistecche, polpette e pesce.

Nel 2001 il dermatologo Wiete Westerhof dell'Università di Amsterdam, il Dott. Willem van Eelen, e l'imprenditore Willem van Koten hanno annunciato di aver presentato la richiesta per un brevetto internazionale per un processo di produzione di carne coltivata. Nel processo, in una matrice di collagene vengono innestate cellule muscolari, che sono messe a bagno in una soluzione nutritiva e indotte a dividersi. I ricercatori di Amsterdam studiano il mezzo di coltura, mentre all'Università di Utrecht studiano la proliferazione delle cellule muscolari e all'Università della Tecnologia di Eindhoven vengono cercati bioreattori.

Nel 2003 Oron Catts e Ionat Zurr, del Tissue Culture and Art Project e l'Harvard Medical School hanno esibito a Nantes una "bistecca", larga qualche centimetro, prodotta attraverso cellule staminali della rana, che è stata cucinata e mangiata.

Il primo articolo di una rivista pubblicato sull'argomento è apparso nel 2005 in un numero di "Tissue Engineering".

Nel 2008 la PETA ha offerto un premio di 1 milione di dollari per la prima azienda che avesse fornito ai consumatori entro il 2012 carne di pollo coltivata. Il governo olandese ha investito 4 milioni di dollari negli esperimenti riguardanti la carne artificiale. Lo "In Vitro Meat Consortium", un gruppo formato da ricercatori internazionali interessati alla tecnologia, ha tenuto la prima conferenza internazionale sulla produzione di carne in vitro, ospitata al "Food Research Institute" della Norvegia ad aprile 2008, per discutere le possibilità commerciali. La rivista Time ha dichiarato che la produzione di carne coltivata sarebbe stata una delle 50 idee rivoluzionarie del 2009. A novembre 2009, ricercatori olandesi hanno annunciato di essere riusciti a far crescere carne in laboratorio utilizzando cellule di un maiale vivo.

Nel 2012, 30 laboratori in tutto il mondo hanno annunciato che stanno lavorando sulla carne coltivata.

Il soprannome inglese dato alla carne creata in laboratorio dalla coltura di tessuti animali è "Shmeat" dalla combinazione di "sheet" e "meat"

Prima dimostrazione pubblica[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 agosto 2013, il primo hamburger prodotto in laboratorio al mondo è stato cucinato e mangiato in una conferenza stampa a Londra. Gli scienziati della Maastricht University in Olanda, guidati dal Prof. Mark Post, hanno preso cellule staminali da una mucca e le hanno fatte crescere fino a formare strisce muscolari che hanno combinato per produrre un hamburger. La carne è stata cucinata dal cuoco Richard McGeown del Couch's Great House Restaurant a Polperro, in Cornovaglia, ed assaggiata dal critico culinario Hanni Ruetzler, uno studioso di alimentazione dal Future Food Studio, e da Josh Schonwald. Ruetzler ha constatato che non essendoci grassi non è succosa, e pertanto il gusto non è il migliore possibile, tuttavia sente del sapore intenso. Ha aggiunto che si avvicina alla carne, anche se meno saporita, ma ne giudica la consistenza perfetta. In conclusione: "Per me è carne, è qualcosa che posso masticare e credo che l'aspetto sia decisamente simile". Ha inoltre dichiarato che in un test ad occhi chiusi avrebbe preso il prodotto per carne piuttosto che per un derivato della soia.

Il tessuto per la dimostrazione di Londra è stato coltivato a maggio 2013, utilizzando almeno 20000 strisce sottili di tessuto muscolare prodotto in laboratorio. Donazioni per circa 250.000 € sono giunte da un donatore anonimo, in seguito rilevatosi essere Sergey Brin. Il Prof. Mark Post ha dichiarato che non ci sono ragioni per cui non potrebbe essere più economica, e che sarebbe molto contento di ridurre di un milione di volte i capi di bestiame in tutto il mondo. Sempre Post ha stimato che probabilmente ci vorrà almeno un decennio prima che il processo sia commercialmente valido.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

La tecnica consiste nel prelevare cellule muscolari e nutrirle con proteine che aiutano la crescita del tessuto. Una volta che il processo è partito, teoricamente è possibile continuare a produrre carne all'infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente. Si è stimato che, in condizioni ideali, due mesi di produzione di carne in vitro potrebbero generare 50.000 tonnellate di carne da dieci cellule muscolari di maiale.

La carne coltivata può essere prodotta come strisce di fibra muscolare, che cresce attraverso la fusione di cellule staminali embrionali, cellule staminali adulte o cellule satellite specializzate trovate nel tessuto muscolare. Questo tipo di carne può essere coltivata in un bioreattore.

Alternativamente, la carne potrebbe crescere in un muscolo "reale". Tuttavia, questo richiederebbe qualcosa che sostituisca il sistema circolatorio, con lo scopo di fornire i nutrienti e l'ossigeno direttamente alle cellule che stanno crescendo, e di rimuovere i prodotti di scarto. Si dovrebbero produrre anche altri tipi di cellule, come adipociti, e messaggeri chimici dovrebbero fornire le istruzioni ai tessuti in crescita per la formazione di strutture. Il tessuto muscolare si dovrebbe anche "stirare" fisicamente, o dovrebbe venir "esercitato" al fine di farlo crescere correttamente.

La produzione di carne in vitro richiede un conservante, come il sodio benzonato, per proteggere la carne in crescita da lieviti e funghi.

Il prezzo della carne coltivata nei negozi potrebbe decrescere rapidamente fino ad essere considerata "economica" dal consumatore medio grazie ai miglioramenti tecnologici.

Le tecniche di creazione della carne coltivata sono state approvate sin dal 1995 dalla Food and Drug Administration.

In linea teorica si può creare il tessuto muscolare di qualsiasi animale, incluso l'essere umano, aprendo la strada anche a possibili applicazioni mediche.

L'azienda Hampton Creek ha dichiarato di poter prendere queste cellule direttamente da una semplice piuma[1], mentre l'azienda SuperMeat ha dichiarato di poter nutrire le cellule con sostanze sintetiche o di origine vegetale (invece del siero).[2]

Sfide per la ricerca[modifica | modifica wikitesto]

La scienza necessaria alla produzione di carne coltivata è derivata da una branca delle biotecnologie nota come ingegneria dei tessuti. La tecnologia viene sviluppata contemporaneamente per altri usi, come la ricerca contro la distrofia muscolare e la produzione di organi per trapianti. Vi sono diversi ostacoli da superare:

  • Proliferazione delle cellule muscolari: nonostante non sia molto difficile far dividere cellule staminali, per la produzione di carne è necessario che lo facciano a gran velocità, producendo carne solida. Questo requisito ha diversi aspetti in comune con la branca medica dell'ingegneria del tessuti.
  • Mezzo di coltura: la proliferazione delle cellule richiede una sorgente di cibo per crescere e svilupparsi. Il mezzo di crescita dovrebbe essere un insieme ben bilanciato di ingredienti e ormoni della crescita. I ricercatori hanno già identificato possibili mezzi di coltura per cellule muscolari di tacchino, pesce, pecora e maiale. In base agli obiettivi dei ricercatori, il mezzo di coltura può avere requisiti aggiuntivi
  • Commerciali: deve essere economico da produrre
  • Relativi al benessere degli animali: non deve aver bisogno di materiale animale (fatta eccezione per le cellule staminali da utilizzare al principio del processo)
  • Anallergico: focalizzando l'attenzione sui tipi di piante utilizzati per il nutrimento per evitare possibili reazioni allergiche dei consumatori.
  • Bioreattori: i nutrienti e l'ossigeno devono essere forniti direttamente a ciascuna cellula in crescita, sulla scala dei millimetri. Negli animali questo compito è portato a termine dai vasi sanguigni. Un bioreattore dovrebbe sopperire a questa mancanza in un modo efficiente. L'approccio tipico è quello di creare una matrice a forma di spugna in cui le cellule possano crescere ed essere immerse nel mezzo di coltura.

Differenze con la carne comune[modifica | modifica wikitesto]

Salute[modifica | modifica wikitesto]

I ricercatori hanno suggerito di inserire nella carne coltivata acidi grassi di Omega-3, per migliorare la salute dei consumatori. La carne in vitro è meno esposta a batteri e decomposizione, inoltre, essendo decisamente più controllata della carne convenzionale, è ridotta l'esposizione a sostanze chimiche tossiche come pesticidi e fungicidi.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

I ricercatori hanno mostrato come l'impatto ambientale della carne coltivata sia significativamente minore rispetto a quello della carne da macello. Per ogni ettaro utilizzato per la produzione di carne coltivata si potrebbero liberare tra i 10 e i 20 ettari di terra. Secondo studi di ricercatori di Oxford e di Amsterdam, la produzione di carne coltivata emetterebbe il 4% dei gas serra e ridurrebbe i consumi energetici per la produzione della carne del 45%, richiedendo solo il 2% di tutte le terre utilizzate per l'industria dell'allevamento. L'allevamento tradizionale è responsabile del 18% dei gas serra, e causa più danni dell'intero sistema mondiale dei trasporti. La produzione di carne coltivata potrebbe essere la scelta ideale per un mondo sovrappopolato, permettendo grandi risparmi di terra, energia e soprattutto acqua. Infine, riportando molta terra allo stato vergine si salverebbero un gran numero di animali selvatici.

Il ruolo della modificazione genetica[modifica | modifica wikitesto]

Nella produzione di carne coltivata non sono richieste tecniche di ingegneria genetica, come inserimento, cancellazione, soppressione, attivazione o mutazione di geni. Pertanto la carne coltivata non sarebbe OGM, ma formata solamente da cellule coltivate artificialmente per la formazione di tessuti.

Nonostante l'uso di ingegneria genetica non sia necessario, molti ricercatori discutono sull'idea di utilizzarla per migliorare qualità e sostenibilità della carne coltivata.[senza fonte] L'uso di ingegneria genetica potrebbe inoltre permettere di ottenere un mezzo di coltura vegetale decisamente migliore, evitando l'utilizzo di prodotti animali.

Considerazioni etiche[modifica | modifica wikitesto]

Il bioeticista australiano Julian Savulescu ha dichiarato:

« La carne sintetica ferma le crudeltà nei confronti degli animali, è migliore per l'ambiente, può essere più sicura, efficiente e anche più salutare. Abbiamo l'obbligo morale di supportare questo tipo di ricerca. »

Gruppi che si interessano del benessere degli animali sono generalmente favorevoli alla produzione di carne coltivata, dal momento che non possiede sistema nervoso e pertanto non può sentire dolore. Le legislazioni degli Stati dovrebbero essere modificate ed adattate al nuovo prodotto alimentare.

Infine, la produzione di carne coltivata chiede metodi di produzione sofisticati, rendendo difficile per le piccole comunità autoprodursi il cibo, ed incrementando potenzialmente la dipendenza dalle grande industrie del cibo.[senza fonte] L'azienda SuperMeat invece afferma che la tecnologia capace di creare carne sarà disponibile anche per i supermarket locali, i ristoranti, e addirittura come elettrodomestico a casa propria.[3]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La produzione di carne in vitro è attualmente molto costosa. Nel 2008 occorrevano 1 milione di dollari per una bistecca di 250g, e richiederebbe grandi investimenti per passare ad una produzione su larga scala. Tuttavia lo "In vitro meat consortium" stima che i miglioramenti delle tecnologie potrebbero portare ad una sensibile riduzioni dei costi, arrivando presto a 3,5 €/Kg.

Nel marzo del 2015, in un'intervista alla ABC australiana, Mark Post dichiarò che il prezzo per l'originale hamburger da 250.000 € ammonta oggi a solo 8€. Secondo Post la carne coltivata potrebbe diventare competitiva con la carne tradizionale nei prossimi dieci anni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


ARTICOLI CORRELATI:

https://www.wired.it/lifestyle/food/2017/03/16/carne-pollo-laboratorio/?refresh_ce=

https://www.wired.it/lifestyle/food/2020/12/04/singapore-carne-pollo-laboratorio/

 

A Singapore si venderà per la prima volta al mondo carne di pollo prodotta in laboratorio: https://www.wired.it/lifestyle/food/2020/12/04/singapore-carne-pollo-laboratorio/


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