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ITALIA: BOOM DEL VEGANESIMO, VERSO UN FUTURO ALIMENTARE SOSTENIBILE
In Italia, una tendenza alimentare emergente sta prendendo piede con una rapidità sorprendente. Secondo l'ultimo rapporto Eurispes del 2024, il 9,5% della popolazione ha scelto di rinunciare al consumo di carne. Questo cambiamento nelle abitudini alimentari è guidato principalmente da giovani e anziani, un segnale che il movimento attraversa le generazioni e sfida le convenzioni culinarie tradizionali. In particolare, la comunità vegana ha visto una crescita esponenziale, quadruplicando la sua percentuale al 2,4% rispetto a dieci anni fa.
Questo spostamento verso diete basate su piante è indicativo di una crescente consapevolezza ambientale e di salute. I giovani, in particolare, sono sempre più informati sugli impatti della produzione di carne sul cambiamento climatico e sulla biodiversità. Allo stesso tempo, gli anziani stanno scoprendo i benefici per la salute legati a un'alimentazione più ricca di vegetali, come la riduzione del rischio di malattie croniche.
Le ragioni dietro questa transizione sono molteplici e complesse. Da un lato, vi è una maggiore esposizione a campagne di sensibilizzazione sull'etica animale e sull'insostenibilità delle pratiche di allevamento intensivo. Dall'altro, l'innovazione nel settore alimentare ha portato alla creazione di alternative alla carne sempre più appetibili e accessibili, che replicano sapore e consistenza dei prodotti tradizionali senza compromessi sul gusto.
Le istituzioni italiane stanno rispondendo a questa ondata di cambiamento. Le scuole introducono opzioni vegane nei menu delle mense, mentre le politiche urbane incentivano la produzione e il consumo di cibo locale e sostenibile. Queste iniziative non solo supportano la scelta di uno stile di vita vegano, ma promuovono anche un'economia circolare che beneficia l'ambiente e la società nel suo insieme.
Tuttavia, la transizione verso un'alimentazione priva di carne non è esente da sfide. Il settore agricolo italiano, storicamente dipendente dall'allevamento, si trova di fronte alla necessità di reinventarsi, cercando soluzioni innovative per rimanere competitivo e sostenibile. Inoltre, la diffusione di informazioni talvolta fuorvianti può generare confusione tra i consumatori, rendendo cruciale un'educazione alimentare basata su dati scientifici solidi.
Nonostante queste difficoltà, il movimento vegano in Italia mostra segni di robustezza e resilienza. Con il sostegno di una comunità globale e l'accesso a risorse educative, gli italiani stanno ridefinendo la cultura culinaria del paese, un piatto alla volta. La rinuncia alla carne non è più vista come un sacrificio, ma come un'opportunità per esplorare nuovi orizzonti gastronomici e contribuire a un futuro più sostenibile.
DANIELE BARBAROTTO
💙
Buongiorno,
Vi scrivo dalla Fondazione SAVE THE CHICKENS ente terzo settore, la quale sta curando un nuovo progetto, MEAT OF the FUTURE, con CARNE VEGETALE e CARNE COLTIVATA DA UNA PIUMA (entrambe in sostituzione dell'attuale sistema intriso di SOFFERENZA E MORTE per ricavare carne e proteine).
A tale proposito desidero informarVi in merito alle nostre principali attività:
- l'organizzazione di una nuova Iniziativa dei Cittadini Europei) chiamata STOP CRUELTY STOP SLAUGHTER che chiede la chiusura di allevamenti e di macelli,
- la modifica delle politiche agricole,
- la revisione dei contributi PAC per promuovere tecniche di produzione di carne con metodi di coltura cellulare senza uccidere gli animali,
- il finanziamento del progetto CARNE COLTIVATA DA UNA PIUMA, in corso presso il Centro di Biologia Applicata (CIBIO) dell' Università di Trento. Questo progetto si incentra sulla produzione di carne di pollo con il metodo non cruento della coltivazione cellulare.
La nostra Fondazione è quindi attiva per la tutela del diritto all'esistenza di tutti gli animali, per la non crudeltà derivante da una alimentazione vegana e per l'abolizione degli allevamenti e macelli quali luoghi di sfruttamento maltrattamento e UCCISIONE degli Animali senza una reale necessità da parte degli esseri umani.
Riteniamo che questi siano argomenti condivisibili se non altro per aiutarci a vicenda promuovendoli, in collaborazione con noi e riportando anche il Vs. nome, nella Vs. organizzazione, nelle attività sul campo e sui media per sensibilizzare più persone possibile ai principi del veganesimo e della tutela della vita di Tutti gli Animali indipendentemente dalla loro specie.
Siamo quindi disponibili a verificare assieme a Voi come procedere concretamente in tal senso.
Lo staff di Fondazione Save The Chickens
La carne coltivata non è una minaccia, ma una grandissima opportunità per il nostro paese di restare ai vertici dell’agrifood mondiale. Un punto di vista scientifico e finanziario sull’argomento foodtech più discusso delle ultime settimane.
Le proteine alternative giungono dalla carne coltivata e dalla fermentazione, un sistema innovativo frutto di tre tipologie di questo processo, per offrire biodisponibilità di nutrienti e proteine più digeribili a tutti. Ecco a che punto siamo per raggiungere la sicurezza alimentare con l ‘alternativa alla carne.
Il mercato delle proteine alternative, a livello globale, registra investimenti governativi pari a un miliardo di dollari nella carne coltivata e nuovi metodi di fermentazione. Riguarda polli (da non uccidere) cresciuti in bioreattori, hamburger vegetali e alimenti frutto di un metodo di conservazione degli alimenti molto antico e radicato in molte culture.
Ma in Italia la carne coltivata è ostaggio della demagogia. Sarebbe dunque una nuova occasione persa per l’Italia non salire su questo treno, rischiando di assistere all’ennesima fuga di ricercatori, “un grande classico”, sottolinea Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze, “in cui abbiamo una notevolissima esperienza in materia, avendo fatto del nostro meglio per non avere una ricerca all’avanguardia”. Ecco le le due nuove tecniche per simulare la carne.
La carne coltivata ostaggio della demagogia: così l’Italia spreca un’enorme opportunità
La carne coltivata non è una minaccia, ma una grandissima opportunità per il nostro paese di restare ai vertici dell’agrifood mondiale. Un punto di vista scientifico e finanziario sull’argomento foodtech più discusso delle ultime settimane
RICEVO E GIRO:
Se stiamo dietro a questa notizia secondo la quale "solo" il 50 % degli americani preferisce mangiare carne tradizionale ci sarebbe spazio per dire che malgrado i divieti che alcuni stati repubblicani hanno introdotto c'è ancora margine per l'accettazione di carne coltivata ....
Da analizzare con attenzione nello spingere le proposte ai produttori americani ( ripartendo anche a ri-sollecitare quella ventina che sono stati contattati a giugno).
FAREI COMUNQUE UN POST SULLA NOTIZIA E/O RILANCIANDOLA PER FAR CAPIRE CHE ANCHE IN AMERICA LA PARTITA CARNE COLTIVATA E' APERTISSIMA.. !!!